Dematerializzazione delle ricette bianche nella Manovra 2025: cosa cambia per i dentisti

Dematerializzazione delle ricette bianche nella Manovra 2025: cosa cambia per i dentisti

L’articolo 54 del disegno di legge della Manovra di bilancio 2025 prevede l’obbligo di dematerializzazione anche per le “ricette bianche”, ampiamente utilizzate dai dentisti per la prescrizione di farmaci non rimborsabili. Cosa cambia?

3 Dicembre 2024 | XDENT Informa, XDENT ti consiglia

Ricette elettroniche bianche per dentisti. Obbligo dematerializzazione nella manovra.

La dematerializzazione delle ricette mediche cartacee rappresenta un passaggio fondamentale nel processo di digitalizzazione nella sanità digitale italiana, con implicazioni significative per il settore odontoiatrico. L’articolo 54 del disegno di legge della Manovra di bilancio 2025 introduce lobbligo di dematerializzazione anche per le cosiddette “ricette bianche”, ampiamente utilizzate dai dentisti per la prescrizione di farmaci non rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale.

Cosa prevede l’articolo 54 della Legge di Bilancio

L’articolo 54 del ddl della Manovra di bilancio 2025 si inserisce in un percorso di evoluzione normativa che ha visto la progressiva digitalizzazione dei processi sanitari. Questo provvedimento estende l’obbligo di dematerializzazione a tutte le prescrizioni mediche, incluse quelle per farmaci di fascia C, comunemente prescritti dai dentisti. Le tempistiche di implementazione prevedono una fase di transizione.


Gli obiettivi della dematerializzazione in odontoiatria

La transizione verso le ricette elettroniche nel settore odontoiatrico mira a:

  1. Migliorare l’efficienza del sistema sanitario.
  2. Ridurre gli errori di prescrizione e aumentare la sicurezza del paziente.
  3. Facilitare il monitoraggio e l’analisi dei dati sanitari.
  4. Ottimizzare la gestione delle terapie farmacologiche in ambito dentistico.
  5. Promuovere la sostenibilità ambientale riducendo l’uso di carta.

La problematica delle ricette bianche cartacee in odontoiatria

Attualmente, il 98% delle ricette bianche è ancora in formato cartaceo. Questa situazione presenta diverse criticità. In primo luogo, si riscontrano difficoltà nel monitoraggio delle prescrizioni di farmaci non rimborsabili. Inoltre, il formato cartaceo rende le ricette più vulnerabili alle frodi e all’abuso di farmaci.

Si evidenziano anche ostacoli significativi alla farmacovigilanza e alla ricerca epidemiologica. Infine, l’uso di ricette cartacee ha un impatto negativo sull’efficienza complessiva della gestione dello studio dentistico, rallentando i processi e aumentando il rischio di errori.

I vantaggi della dematerializzazione per i dentisti

L’adozione delle ricette bianche elettroniche comporterà numerosi benefici per la tua pratica odontoiatrica:

  1. La semplificazione dei processi amministrativi.
  2. Un miglioramento della tracciabilità e del controllo delle prescrizioni.
  3. La riduzione degli errori di trascrizione e interpretazione delle ricette mediche.
  4. Una facilitazione nella gestione delle terapie farmacologiche dei pazienti.
  5. Un miglioramento della comunicazione con farmacie e altri specialisti.
  6. Un contributo alla ricerca e all’analisi epidemiologica nel campo odontoiatrico.

Il ruolo dei gestionali medici nella dematerializzazione

I software gestionali saranno fondamentali nell’implementazione della dematerializzazione nel settore odontoiatrico. Un gestionale efficace dovrà garantire diverse funzionalità chiave. Innanzitutto, sarà necessaria l’integrazione con i sistemi nazionali e regionali di e-prescription per assicurare la conformità alle nuove normative. L’interfaccia dovrà essere user-friendly, consentendo la creazione rapida e intuitiva di ricette elettroniche.

Il software dovrà inoltre gestire l’intero ciclo di vita della ricetta digitale, dalla prescrizione all’archiviazione. Saranno essenziali anche funzionalità di reportistica e analisi delle prescrizioni per ottimizzare la gestione farmacologica. Il gestionale dovrà anche garantire la massima conformità alle normative sulla privacy e sicurezza dei dati, proteggendo le informazioni sensibili dei pazienti.

XDENT di CGM: un alleato nella gestione del tuo studio

XDENT, il software gestionale di CompuGroup Medical (CGM), potrà essere il tuo alleato per affrontare la sfida della dematerializzazione delle ricette bianche nel tuo studio dentistico e offrirà la creazione semplificata delle ricette elettroniche.

L’adozione di un gestionale avanzato come XDENT non solo ti permetterà di adempiere agli obblighi di legge, ma migliorerà significativamente l’efficienza del tuo studio dentistico, ottimizzando i processi di prescrizione e contribuendo a una gestione più accurata e sicura delle terapie farmacologiche dei tuoi pazienti.

La dematerializzazione delle ricette bianche rappresenta una sfida ma anche un’opportunità di innovazione per il tuo studio dentistico. Abbracciare questa transizione digitale, supportata da strumenti gestionali all’avanguardia come XDENT, ti posizionerà all’avanguardia nel panorama odontoiatrico, migliorando la qualità delle cure offerte ai tuoi pazienti e l’efficienza complessiva della tua pratica professionale.

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Dopo la PEC arriva lo SPID, cosa cambia per i dentisti?

Dopo la PEC arriva lo SPID, cosa cambia per i dentisti?

Entrato ufficialmente nel linguaggio di uso comune, stiamo ormai prendendo sempre più dimestichezza nell’utilizzo dello SPID che, in alcuni settori, sta sostituendo la tradizione Posta Certificata (PEC) e il PIN. Vediamo come richiederlo e i suoi ambiti di utilizzo.

31 Marzo 2022 | Adempimenti normativi

Dopo la PEC arriva lo SPID, cosa cambia per i dentisti

Lo SPID è una delle iniziative rientranti nel Decreto Semplificazioni (D.L. n.76 del 16 luglio 2020) per dare una maggiore spinta in avanti verso l’innovazione e la sempre crescente digitalizzazione del Paese, in particolare in quei punti di contatto tra cittadini e imprese e Pubblica Amministrazione.

Che cos’è lo Spid?

Si tratta di un acronimo che sta per Sistema Pubblico di Identità Digitale e indica proprio quell’identità digitale che ci consente di avere accesso ad una sempre maggiore gamma di servizi online grazie ad un unico login che riesce altresì a garantire massima privacy e sicurezza sui nostri dati.

Lo SPID si compone di una coppia di credenziali (username e password), strettamente personali, utilizzabile da qualsiasi dispositivo, computer, smartphone e tablet su tutti quei siti o app che riportano chiaramente la possibilità di accesso con SPID. Insomma, una nuova chiave di accesso veloce e sicura di cui ormai non si può fare più a meno.

Come ottenere lo SPID?

Proprio per la sua crescente diffusione e utilizzo in ambiti differenti, ottenere lo SPID è diventata un’operazione semplice. È necessario rivolgersi a uno dei gestori di identità, noti anche come identity provider, accreditati direttamente presso l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) che attualmente risultano essere 9 in tutto: Aruba PEC SpA, In.Te.S.A. SpA, InfoCert SpA, Lepida ScpA, Namirial SpA, Poste Italiane SpA, Register SpA, Sielte SpA e TI Trust Technologies Srl. Ognuno è libero di scegliere il gestore per ottenere la propria identità digitale, a seconda delle proprie esigenze e soprattutto dei conseguenti utilizzi dello SPID stesso.

Tutte le informazioni sui gestori e sulle modalità di richiesta sono chiaramente riportate sul portale governativo dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), consultabile direttamente a questo link.

Naturalmente prima di attivare lo SPID è necessario assicurarsi di avere a disposizione un documento di riconoscimento italiano in corso di validità, la propria tessera sanitaria, e una e-mail e numero di telefono.

A cambiare, anche a seconda del gestore, possono essere le modalità di riconoscimento dopo la creazione delle credenziali SPID: ad esempio alcuni provider forniscono la possibilità di recarsi di persona presso gli uffici dei gestori, come nel caso di Poste Italiane; altri consentono un riconoscimento completamente online ad esempio via webcam o utilizzando la Carta di Identità Elettronica (CIE).

Dove poter utilizzare lo SPID?

È bene precisare che l’utilizzo dello SPID per il cittadino è gratuito, eventuali costi sono relativi solo alle modalità di attivazione a seconda del provider scelto.

Attraverso lo SPID si può accedere a diversi servizi online relativi alla Pubblica Amministrazione. Tra i primi enti, infatti, a dotarsi di questa nuova chiave di accesso, vi sono sicuramente Inps e Agenzia delle Entrate. Il suo utilizzo, ad esempio, è ormai diventato essenziale per l’accesso a bandi statali e regionali, iniziative di carattere governativo o nell’ambito di accesso agli atti.

Per quanto riguarda la categoria dei dentisti, e più in generale dei medici, lo SPID è utilizzato anche per l’accesso alla maggior parte dei portali relativi agli ordini dei professionali di appartenenza. Un modo per regolamentare ma soprattutto mettere in sicurezza i dati degli iscritti. Per lo stesso motivo anche molte piattaforme per l’acquisizione di crediti formativi ECM stanno promuovendo l’utilizzo dello SPID.

L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), inoltre, rende noto che attraverso la propria identità digitale è possibile accedere ai servizi online dei paesi dell’Unione Europea che hanno aderito al nodo eIDAS italiano e ai servizi di tutte quelle aziende che hanno scelto di dotarsi dello SPID come strumento di autenticazione per l’accesso ai propri servizi.

Addio alla carta, il futuro è la dematerializzazione.

Addio alla carta, il futuro è la dematerializzazione.

Eliminare supporti fisici per prediligere quelli digitali. Dematerializzazione significa soprattutto riduzione di costi, di tempo, di spazio fisico per l’archiviazione, immediata reperibilità dei documenti e sicurezza per i pazienti. Questo anche grazie ad un software gestionale per dentisti.

4 Novembre 2021 | Consigli e guide pratiche

Negli ultimi tempi anche il settore dentale sta procedendo verso la dematerializzazione, con l’obiettivo di eliminare la carta e tutti gli archivi tradizionali, orientando al nuovo contesto digitale le procedure di registrazione dei pazienti, la conservazione delle cartelle cliniche e in generale tutta la gestione dello studio odontoiatrico. Il percorso di innovazione ha avuto un’importante accelerazione nell’universo della Pubblica Amministrazione. È, però, in ambito privato che si registrano i risultati più importanti del passaggio dal regno della carta a quello digitale, con una serie di vantaggi tanto per le aziende, quanto per gli utenti.

Dalla carta al digitale: un processo inarrestabile

In questa fase storica, ogni giorno gli odontoiatri e i loro collaboratori sono alle prese con una serie di documenti da compilare o far compilare e da conservare accuratamente. La carta, che prima era la regola, adesso è destinata a diventare un’eccezione se non proprio una rarità, con vantaggi che sono prima di tutto globali: il rispetto dell’ambiente e la salvaguardia degli alberi sono esigenze universali. Il diritto all’ambiente appartiene a tutti così come il diritto alla salute.

Agli alberi è dedicata anche una festa nazionale che si celebra il 21 novembre di ogni anno, riconoscendo così in maniera ufficiale l’importanza del patrimonio costituito dagli alberi, dai boschi e dalle foreste che sono e devono restare polmoni verdi per le città, e non solo il loro utilizzo per fascicoli, faldoni e bigliettini anche negli studi.  

Fermiamoci un attimo a fare un calcolo mentale: quanta carta è presente negli studi dentistici? Carta per registrare anamnesi, prescrivere farmaci, segnare appuntamenti, descrivere diagnosi, lasciare direttive organizzative al personale addetto alla segreteria e alle attività amministrative e contabili. Carta che, invece, potrebbe essere ridotta e magari eliminata per dare in maniera concreta il proprio contributo alla salvaguardia del patrimonio verde. Vediamo come.

Dematerializzare con la digitalizzazione = riduzione di costi e tempo

Dematerializzando i flussi informativi si ottengono importanti vantaggi. Basti pensare ad alcuni aspetti pratici ma essenziali di uno studio odontoiatrico. Partiamo dalla registrazione del paziente che potrà essere effettuata in pochi istanti e senza errori tramite scansione della tessera sanitaria. Oppure alla possibilità di sostituire la firma tradizionale con quella digitale.

È innegabile che, come vedremo, la firma elettronica dei documenti è tra le soluzioni che più di molte altre portano alla dematerializzazione all’interno dello studio dentistico con enormi benefici, in primis sul piano della riduzione dei costi, perché vengono tagliate in maniera consistente le spese per l’acquisto delle risme di carta, per la stampa o le fotocopie. Questo porta anche alla riduzione degli spazi (e costi) per l’archiviazione. In ogni studio dentistico c’è uno spazio dedicato alla raccolta della documentazione, fra cartelle dei pazienti e “carte” contabili, e in una versione digitale sono gli stessi spazi a cambiare radicalmente. A cambiare, inoltre, è anche l’impiego del personale di studio, che invece dovrà sviluppare più “digital skills”.

Un vantaggio inaspettato: la sicurezza

Una delle convinzioni errate di chi non si “rassegna” alla “dematerializzazione” della propria attività, riguarda la presunta inaffidabilità delle procedure di archiviazione informatica. Da costoro potrete sentir dire che “la carta è sempre la carta” o che un dato archiviato telematicamente rischia di perdersi. Ebbene è il momento di fare chiarezza! L’archiviazione virtuale è consigliata dalle norme europee sulla privacy stabilite dal General Data Protection Regulation (GDPR) proprio per la maggiore sicurezza.

Se raffrontato al vecchio schedario chiuso a chiave, l’archiviazione in uno spazio virtuale è decisamente inviolabile e non è esposto a rischi di smarrimento o distruzione (volontaria o accidentale) che corrono invece i documenti cartacei.

Come gestire il passaggio alla dimensione digitale

Concretamente, come si fa a passare dalla carta al digitale? La risposta arriva dal mondo dei software gestionali per dentisti. I migliori sono in grado di fornire agli studi odontoiatrici strumenti e procedure sicure, affidabili e in linea con le disposizioni di legge. Si tratta di programmi con soluzioni ad hoc per la dematerializzazione del cartaceo.

La più importante tra queste è la firma grafometrica. Si tratta di una firma elettronica realizzata tramite il familiare atto manuale della firma autografa su carta. L’unica differenza di questa Firma Elettronica Avanzata (FEA, in sigla) è che viene eseguita con una penna ottica su una tavoletta digitale. Il gesto, sostanzialmente, è lo stesso, cambia solo il supporto; la praticità senza dubbio superiore alla firma tradizionale o a qualsiasi altro sistema con utilizzo di OTP (one-time password) in cui i processi di autenticazione possono allungarsi e talvolta complicarsi.

La firma grafometrica è univocamente attribuibile al suo autore in quanto il sistema rileva non solo la “forma” del segno, ma anche i dati biometrici della mano, come ritmo, velocità, pressione, accelerazione e movimento, che consentono l’identificazione incontrovertibile del firmatario del documento. Insomma, una firma veloce, sicura e con un alto gradimento rispetto alla “user experience”.

Impatto della dematerializzazione e firma grafometrica

Dato che nell’atto del firmare ciascuno compie un movimento unico (studiato dalla grafometria), questa sofisticata “firma digitale” è un potente strumento di semplificazione. Oltre a rilevare l’identità del firmatario oltre ogni ragionevole dubbio, si riesce a collegare indissolubilmente il soggetto firmatario al singolo e specifico documento, è possibile il controllo automatico sulla firma e la verificabilità immediata sull’autenticità del documento originale (che non può essere alterato in alcun modo).

Vale la pena sottolineare che, dal punto di vista normativo, nel Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) sono previste quattro tipologie di firma digitale con caratteristiche crescenti in termini di sicurezza e validità degli atti sottoscritti: firma elettronica, firma elettronica avanzata (grafometrica), firma elettronica qualificata (certificata) e firma digitale. La firma grafometrica ha lo stesso valore giuridico di una sottoscrizione autografata, con evidenti impatti positivi anche in termini di medicina legale.

Si pensi ad esempio alla gestione dei consensi informati per i pazienti e tutti gli altri documenti che il medico deve controfirmare. O a tutti i processi che richiedono la creazione e la firma di documenti digitali, ai quali viene riconosciuta validità sul piano legale con tutte le garanzie ai fini del rispetto del diritto alla privacy del paziente.

Inoltre, l’impiego della firma grafometrica ha effetto positivo anche sulle attività di post-processing dei documenti e in modo particolare nell’organizzazione e nella tenuta dell’archivio. I documenti così firmati sono sempre reperibili e possono essere condivisi in tempo reale, senza necessità di un archivio fisico e senza che i dentisti o personale di studio siano costretti a fare avanti e indietro alla ricerca delle cartelle.

Per concludere

Il ricorso alla firma grafometrica nello studio dentistico offre tre ordini di vantaggi:

  • l’eliminazione della carta con tutti i costi connessi;
  • la sicurezza dei dati acquisiti e la trasparenza degli stessi;
  • un significativo risparmio di tempo, denaro e spazio nella gestione dei processi di firma e conservazione della documentazione.

Per questi motivi, la scelta di usare un software gestionale per dentisti con annessa funzione di firma grafometrica costituisce un’importante occasione per gli studi dentistici.

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